Buon Natale 2013

natività

Il Natale mi rimanda direttamente all’idea della famiglia, del calore, dello stare insieme, del partecipare la gioia intima del cuore con le persone care.

La gioia è il sentimento predominante: quella gioia che nasce grazie ad un sorriso, grazie ad una carezza, grazie ad una parola sussurrata o ad uno sguardo, grazie alla semplicità di gesti quotidiani che rendono straordinario ogni attimo.

Quella semplicità che ci alleggerisce e ci riconduce all’essenza del nostro vivere che è prima di tutto incontro con l’Altro che si rivela negli uomini, relazione con chi ci è accanto, con chi incontriamo per strada, con chi stanco della vita, oppresso dalla crisi materiale e spirituale aspetta da noi un sorriso di speranza, uno sguardo luminoso e forse anche una mano in tasca disponibile a donare quello che si può, quel poco che si ha. Perché la grazia di Dio ritorna sovrabbondante a chi è generoso e diventa Provvidenza per i tanti bisognosi, che abitano le porte accanto, non solo a Natale ma tutti i giorni dell’anno.

Certo un po’ di tristezza c’è per tutte quelle persone che donando un “panettone” a Natale pensano di saldare il conto con la propria coscienza: i poveri, i deboli, i bisognosi aspettano il loro Natale ogni giorno, perché ogni giorno hanno fame, ogni giorno fanno i conti con i fitti, con le bollette, con le spese da pagare. Stasera troppi giocattoli ci saranno nelle case di alcuni e per niente ce ne saranno in altre; mentre si scartocceranno regali, ostentando benessere ed una “immaginaria” spensieratezza (ma sintomo di un vuoto spirituale), altri staranno desiderando di avere il necessario per mangiare e pregheranno il Signore del dono più prezioso: la dignità di essere uomini e donne sempre in piedi.

La dignità che è il volto di tutte quelle famiglie che non hanno consumato alcuna corsa in supermercati o negozi, ma hanno donato se stesse perché i figli potessero crescere sani e “puliti”; la dignità dei disoccupati, dei precari, degli ammalati, delle persone per bene che non si lasciano corrompere dalle logiche affaristiche e consumistiche, che annientano ogni relazione in nome del profitto e di un benessere effimero senza sostanza e prospettive.

È la dignità dei “poveri” la nostra speranza! Nei loro confronti abbiamo un saldo da pagare e non solo per lo stato in cui vivono, ma essendo più vicini a Dio di ogni altro essere umano, non possono essere che loro la strada della salvezza, il banco di prova del nostro impegno. Sarà infatti Natale in ogni casa, in ogni centro di accoglienza, in ogni ospedale, in ogni strada “battuta”, in ogni periferia del mondo dove noi non arriveremo mai, ma Dio è già lì.

I nostri figli imparino a pensare e vivere il Natale “mormorando” queste parole: gioia, semplicità, dignità, speranza … da Maria apprendano il senso dell’attesa, da Giuseppe la sapienza della “cura”, dal Bambino Gesù la gioia incondizionata del donarsi agli altri, da tutti si lascino educare a fare la volontà di Dio.

Auguri di cuore a tutti di un Sereno e Santo Natale!