Programmi A.A. 2015/2016 PFTIM sez. S. Tommaso

SOCIOLOGIA

Il corso introduce alle tematiche della sociologia fondamentale (in chiave storica e sistematica) al fine di comprendere la complessa società contemporanea, senza trascurare la persona umana nella sua dimensione sociale, la sua vita di relazioni, la sua interazione con gli altri esseri umani, gli esseri viventi e con la biosfera, intesa quale “casa comune”. Gli argomenti oggetto di indagine specifica e di studio saranno: la socializzazione, i gruppi, la famiglia, le istituzioni, la stratificazione sociale, il controllo sociale, la burocrazia, il lavoro, il potere, la politica, la devianza, il mutamento sociale, i mass media e i new media, la globalizzazione, la comunità ecclesiale come istituzione sociale e comunicativa. La lettura e l’approccio di alcuni classici del pensiero sociologico moderno e contemporaneo consentirà di approfondire e sviscerare alcune particolari tematiche tipiche del dibattito socio-culturale.

Testi:

Neil J. Smelser, Manuale di sociologia, il Mulino, Bologna 2011; F. D’Agostino, R. Vieni, Giovani di paese in un mondo globalizzato. Una ricerca nel Mezzogiorno d’Italia, Carocci, Roma 2013; E. Durkheim, Per una sociologia della famiglia, Armando Editore, Roma 1999; F. Del Pizzo, La famiglia nella prospettiva sociale dei cattolici italiani, in “Asprenas” 61 (2014), pp. 153-184; I. Beretta, Il nuovo paradigma ecologico in sociologia dell’ambiente. Pensieri e opere di Riley E. Dunlap, ASA alta scuola per l’ambiente, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia 2011.

 

FILOSOFIA DELLA SCIENZA

Il corso introduce ai temi portanti della filosofia della scienza e della tecnica, con particolare attenzione ai modelli scientifici, agli aspetti cognitivi della scienza e alle relazioni fra scienza, tecnologia e valori, a partire dalla svolta cosmologica moderna. Il corso introduce altresì alla riflessione sistematica sugli snodi teoretici che caratterizzano la ricerca scientifica moderna e contemporanea, la riflessione filosofica e teologica dei nostri giorni. Snodi che richiedono chiarificazioni e approfondimenti nella riscoperta di una proficua collaborazione tra i diversi ambiti disciplinari e del sapere.

Testi:

Dispense a cura del docente.

F. Asti-E. Cibelli (a cura di), Scienza e fede in dialogo, Verbum Ferens, Napoli 2014.

 

DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA – ISSR “DUNS SCOTO” – Nola

Il corso offre un’introduzione generale alla Dottrina Sociale della Chiesa, all’interno delle dottrine sociali e politiche moderno-contemporanee. Verranno presentati i contenuti essenziali del Magistero Sociale di oggi, con particolare riferimento ai principi fondamentali di Dignità della persona umana, Solidarietà, Sussidiarietà e Bene Comune. A partire dalla dimensione storica, teorica e pratica, esaminando la definizione ed il metodo della Dottrina Sociale, saranno affrontate le questioni principali, che connotano il dibattito contemporaneo, anche in ambito socio-politico. Nell’ottica di un reale impegno per la cura della casa comune, si affronteranno i temi di etica socio-ambientale: ecologia, famiglia, lavoro, economia, giustizia, immigrazione, corruzione, partecipazione.

Bibliografia:

B. Sorge, Introduzione alla Dottrina Sociale della Chiesa, Queriniana, Brescia 2011; Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana 2004; Le encicliche sociali ed i Documenti del Concilio Vaticano II (qualsiasi edizione); R. D’Ambrosio, Non come Pilato. Cattolici e politica nell’era di Francesco, Edizioni La Meridiana, Molfetta 2015; F. Del Pizzo-P. Giustiniani (a cura di), Bioetica, ambiente e alimentazione. Per una nuova disucssione, Edizioni Mimesis, Milano-Udine 2014.

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Generazione senza lavoro?!

«Corriamo il rischio di avere un’intera generazione che non avrà mai trovato un lavoro», così il Papa ai giornalisti durante il viaggio che lo ha condotto a Rio per la JMJ 2013. Francesco, che intende bussare alla porta del cuore dei giovani, sa bene che cuore e dignità sono un binomio inscindibile:  il lavoro e con esso la possibilità di provvedere ai bisogni materiali propri e della propria famiglia sono la prima fonte della dignità di una persona. Quanto sottinteso nelle parole di Papa Francesco è assolutamente vero perchè oggi assistiamo, a causa della crisi che attanaglia il nostro sistema sociale, ad una lesione continua della dignità dei nostri giovani: quelli che un lavoro fortunatamente ce l’hanno (anche se spesso precario!) hanno sempre maggiori difficoltà  a rendersi economicamente autonomi mentre quelli che si affacciano al mondo del lavoro, ricchi di sogni, speranze e spesso titoli qualificanti, si scontrano con un sistema bloccato in cui il capitale umano e sociale di esperienze e relazioni fa fatica a trovare una direzione possibile .

La nostra generazione, la mia, gode, paradossalmente, di una sorta di rendita che ci lasciano i nostri padri. La generazione precedente, oltre ad avere un lavoro, ha avuto la possibilità, seppur con sacrifici, di poter conservare il necessario per provvedere a quei figli precari, che oggi stentano a trovare un lavoro o che comunque, come diremmo a Napoli, si arrangiano. Una generazione, quella dei nostri padri (ora nonni e nonne) che conosce il significato di “andare in pensione” e ne conosce i benefici. La mia generazione ancora si chiede, ancora chiede alla politica se mai ci andrà in pensione?! Soprattutto si chiede cosa lascerà ai propri figli? Mi verrebbe da chiedere a quella generazione (di politici, di imprenditori, di professionisti, di operai, di artigiani …) se non fosse stato il caso di mettere  meno soldi da parte e più opportunità ed idee in campo per garantire lavoro alle future generazioni.  Vivere di rendita è mortificante e poco dignitoso:  una dignità lesa è un cuore ferito, un cuore non più in grado di amare serenamente, costruire e vivere relazioni positive, in altri termini un uomo e una donna non più in grado di progettare il proprio futuro.

E’ ora che ciascuno cominci a parafrasare per la propria esistenza quanto De Gasperi affermava: “la differenza fra un politico ed uno statista sta nel fatto che un politico pensa alle prossime elezioni mentre lo statista pensa alle prossime generazioni”. Per fortuna tutti possiamo essere politici, aver cura, cioè, dell’altro, delle future generazioni: lo dobbiamo ai nostri figli, nei confronti dei quali siamo in debito di quelle piccole fortune di cui noi stiamo godendo e di cui, forse, loro non potranno mai godere.