800.000 euro all’anno: troppo pochi!

 

Pallone-dOro

Stamattina ascoltavo la radio e durante la rubrica sportiva si dava la notizia del rifiuto di un giovanissimo calciatore (ventenne) di continuare a giocare nel prestigioso club di appartenenza. Motivo? Troppo pochi 800.000 euro all’anno. Il ragazzo pretendeva un superadeguamento di contratto. La notizia veniva dopo altre di acquisti e cessioni supermilionarie di altri calciatori.  Con un luogo comune sarebbe troppo comodo affermare che è il sistema ad essere malato. Ma il sistema siamo noi, siamo noi tifosi che alimentiamo certe logiche e  facciamo il gioco di milionari imprenditori, il cui unico scopo è quello di guadagnare sempre più, riducendo lo sport a mero affare.

La passione calcistica, la passione sportiva è  spesso uno sfogo proprio per le persone che banalmente definiamo più povere, rappresentando una sorta di dreamland,  un luogo in cui i sogni di persone che, per lo più provengono da contesti anche disagiati, trovano forma e remunerativa sostanza. Ma siccome 1 su mille ce la fa non sarebbe meglio che il  calciatore si considerasse  un lavoratore come altri?

Non so se il calciatore in questione abbia pensato ai suoi coetanei precari, con tanto di laurea, di specializzazioni, di master ecc, che stentano a guadagnare 1.000 euro al mese o ad avere un lavoro. Se solo riuscissimo a capire che c’è chi specula e guadagna sulle nostre passioni, sul nostro desiderio di evasione dalle difficoltà quotidiane …

Per quanto lo sport sia da sempre, quando  animato da sana competizione, un modello educativo eccellente  facciamo in modo che i nostri figli non crescano con il mito dei milioni che guadagna il ventenne, ma con l’orgoglio di guadagnare il necessario per vivere dignitosamente!

Ostruzionismo sulle riforme.

parlamento

 

Il Parlamento Italiano sembra essere ostaggio del Movimento 5 Stelle, che da oltre 24 ore procede con interventi a raffica, alimentando una seduta fiume che dovrebbe concludersi con il voto finale sul decreto del “fare”.

In estrema sintesi con un disegno di legge costituzionale di delega al Governo, si consentirebbe al comitato dei saggi di insediarsi, per procedere più velocemente sulla via delle riforme. Il nodo del problema sono, dunque, le riforme istituzionali ed in particolare la modfica dell’art. 138 della Costituzione. Modifica propedeutica a tutte quelle riforme che sono a cuore al Capo dello Stato ed al governo Letta, ma che consentirebbe, anche, di poter riscrivere parti essenziali della Costituzione.

Per i grillini si tratta di un vero colpo di stato, di un esautoramento del Parlamento ed è inaccettabile che si discuta di un argomento così delicato prima della pausa estiva senza dare il giusto peso, il giusto spazio ed il necessario tempo.

Ma mi chiedo: quanto tempo ancora deve aspettare l’Italia e devono aspettare gli italiani per queste riforme ormai invocate da decenni e mai attuate? Siamo sicuri che una discussione più lunga, più meditata, porterebbe ad una reale attuazione delle riforme? Che l’Italia ne abbia bisogno sembra essere riconosciuto, in maniera trasversale, da tutti gli schieramenti e allora perchè non procedere?

Mi sembra che, in questo caso, la politica sia ostruzionista per sé stessa. E’ bene ricordare che l’ostruzionismo è uno strumento democratico tutelato dalla Costituzione, spesso l’unico strumento a disposizione delle minoranze per far ascoltare la propria voce. E’ oltremodo bene ricordare che un paese è governato da una maggioranza, una maggioranza che troppo spesso, negli ultimi tempi, ricorre all’istituto della fiducia e che al suo interno ha anime troppo diverse e divise perchè non tremi ad ogni minima scossa. Ma è pur sempre una maggioranza di governo!

In una situazione del genere, sappiamo come è nato questo governo e sappiamo quanto sia necessario sostenerlo per evitare ulteriore instabilità e precarietà, più che ostruzionismo ideologico, dannoso e bloccante per l’intero paese, sarebbe il caso di attuare una politica del confronto e della proposta, lontana da insulti, da urla e improperi. L’essenza della politica, di quella democratica, sta nel riconoscersi vicendevolmente, nel riconoscere e rispettare i propri ruoli e le proprie prerogative. Finora il M5S, bravo nel vivacizzare e ridestare l’interesse politico dei e nei cittadini, non ha dimostrato la stessa bravura nel partecipare concretamente a soluzioni di governo. Mi risulta difficile pensare che tutto di tutti sia sbagliato e che le soluzioni possano venire solo da Grillo e dai suoi sostenitori.

 

Numero speciale di Asprenas sull’Anno della Fede

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Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, rivista di teologia Asprenas, Volume 60 numeri  1-2, Marzo-Giugno 2013,  Verbum Ferens, Napoli.

In questo numero speciale sono raccolti alcuni contributi sull’Anno della Fede, sia in rapporto ai contenuti del nostro pensare e agire da credenti sia rispetto al tema della nuova evangelizzazione. L’annata 2013 di Asprenas, che inaugura il sessantesimo anno di pubblicazione, pone attenzione alla fede e al suo annuncio, consapevoli che «non si è cristiani “a tempo”, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte. Non si può essere cristiani così, si è cristiani in ogni momento! Totalmente!» (Francesco, udienza generale del 15 maggio 2013).

Per maggiori informazioni vai alla sezione pubblicazioni.

F. Toriello (a cura di), La Bibbia al tempo dell’intercultura.

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F. Toriello (a cura di),  La Bibbia al tempo dell’intercultura, Verbum Ferens, Napoli 2013.

E’ il frutto di un ampio progetto nato dalla collaborazione di docenti di varie discipline legati dal filo rosso dell’interculturalità. La Bibbia è di per sé una testimonianza di fusione inestricabile tra culture diverse. E’ un documento interculturale. Qui essa è situata in un orizzonte di significato e di riferimento complesso, delicato, problematico com’è quello della dimensione religiosa dell’interculturalità, che contrassegna la quotidianità nostra e delle comunità cristiane.

Per maggiori informazioni vai alla sezione pubblicazioni.